Modena Nerd 2018 – 3 Emme Games

Siamo stati al Modena Nerd, e allo stand dei nostri amici di 3Emme Games abbiamo avuto modo di provare le loro prossime/recenti uscite.

La fine delle vacanze estive segna l’inizio di tutti quegli eventi ludici (e non solo) che permettono a noi recensori, e più in generale a tutti gli appassionati di giochi da tavolo, di non andare in astinenza e di tenerci allenati per quei tour de force che sono Essen e Lucca.

Settembre è da sempre un mese pieno di questi eventi, e quest’anno, per motivi geografici e di tempo, mi sono trovato a fare una rapida “toccata e fuga” in quel di Modena, dove si è tenuto l’evento del Modena Nerd, una due giorni incentrata su YouTube, videogames, cosplay, fumetti e anche, di giochi da tavolo (ovviamente non tanto quanto il Modena Play, ma qualcosa c’era).

Purtroppo avevo poco tempo, ma, gironzolando tra gli stand, ho avuto modo di provare un po’ di giochi, e qui riporto le mie opinioni a caldo su quei titoli che presto vedremo nei negozi, oppure potremo provare nuovamente a Lucca, o che a breve intraprenderanno la via di Kickstarter per cercare di essere realizzati.

 

Il mio “tour” ha avuto inizio puntando lo stand di un editore nuovo, che ha iniziato da poco a muoversi nel mondo dei giochi da tavolo, ma i cui titoli presenti (e anche quelli futuri!) sono decisamente presenti nei gruppi di discussione sui social network. 3 Emme Games. Al loro stand ho avuto modo di provare due titoli di cui, per l’appunto,  ultimamente si parla parecchio: Age of Towers (di cui abbiamo già pubblicato una recensione leggibile qui), e Kharnage.

 

Ammetto che quando su Facebook la gente ha iniziato a pubblicare le foto di Age of Towers,  non avevo idea di che titolo fosse. Cercando alcune informazioni ero rimasto parecchio freddino, un Tower Defense a più giocatori, dove ognuno ha la sua plancia ed una serie di mostri che cercano di raggiungere una città per distruggerla.

Mi sembrava molto un solitario di gruppo, e l’ho totalmente archiviato nei recessi della mia memoria.

Dopo la recensione pubblicata su questo sito, il mio interesse si era un po’ risvegliato, ma ancora non capivo quale fosse il valore di questo gioco… Graficamente molto curato, facile, semplice, ma ancora un sonoro “Boh…” albergava nel mio cervello.

Tutto questo per dire che quando mi sono seduto al tavolo di prova, non dico che avessi dei forti pregiudizi, ma mi ero seduto con l’idea che Age of Towers rientrasse nel mio insieme mentale dei “giochi da Kickstarter di cui tutti parlano perché l’hanno pledgiato e quindi è bello perchè ci ho messo soldi e l’ho aspettato per tanto tempo”.

Mi sbagliavo, e di grosso.

In primis, Age of Tower non è affatto un solitario di gruppo, anzi!

Ci si può fare delle sonore bastardate, tipo rubare le torri agli avversari, mandargli i propri mostri e addirittura “liberare” i mostri catturati nelle città avversarie, aumentando le chance che una città avversaria venga distrutta.

Ammetto che la demo che ho giocato è stata una versione “slim”, senza gli obiettivi, e con alcune dinamiche di gioco semplificate per velocizzare la sessione di gioco, e ci sta, dato che ero ad una fiera e i dimostratori devono farti “sentire” il gioco, non insegnarti le regole fino all’ultima virgola, ma anche così mi sono reso conto che una delle cose che più mi aveva lasciato perplesso, ovvero la presenza di un solo “boss finale” (cosa che percepivo come una mancanza, o meglio ancora, scarsezza, e che mi faceva parecchio dubitare della rigiocabilità di questo titolo), come stavo scrivendo, che la presenza di un singolo boss in realtà è mitigata da molte più dinamiche di gioco di quante avessi effettivamente compreso ci fossero all’interno di una partita di Age of Towers. Tra l’aumentare la propria plancia/tracciato, usare il mercato, attivare poteri speciali, costruire le torri, potenziarle (ogni colore “potenziato” ha poteri speciali, dal bloccare un mostro, a fargli doppio danno, a deflettere i danni che i mostri possono fare ad una torretta), distruggere i mostri, alla fine la presenza del solo boss Orco non è una mancanza, ma un buon sistema per far consolidare le dinamiche di gioco e non far disperdere troppo l’attenzione del giocatore su quali sono “in realtà” i veri focus per vincere una partita: l’interazione con gli altri giocatori e la previsione della traiettoria dei mostri.

Ultimi plausi vanno sicuramente ad una iconografia molto chiara, che permette di capire cosa fa ogni azione di gioco, e alla modularità del gioco. Quest’ultima infatti permette ad Age of Towers di essere espanso praticamente senza limiti (gli unici limiti che vedo sono nel fantasia dei game designers e nella vendita del titolo).

Già la prima espansione, al momento disponibile online sul sito di 3 Emme Games, ma a breve dovrebbe arrivare anche nei negozi, aggiunge nuovi mostri e nuovi boss, ma il potenziale è davvero tanto: nuovi torri con nuovi poteri speciali, nuovi obiettivi, magari una modalità in solitario contro una AI parecchio bastarda.

Davvero un bel titolo, semplice, leggero e che dà grosse soddisfazioni.

Dopo questa bella esperienza mi sono alzato e sono andato al tavolo subito a fianco, dove stava per partire un match di Kharnage a 3 giocatori. Con me 4.

Senza entrare nelle regole, voglio dire immediatamente le due cose che mi hanno colpito maggiormente, fin al primo round di gioco.

Primo, gli artworks. Avrei passato ore, che non avevo, a guardarmi tutti i disegni  delle carte di Kharnage! Tra i dettagli microscopici, l’umorismo, e lo stile di disegno delle varie razze (Umani, Orchi, Nani, Goblin) devo ammettere che Kharnage non solo è un piacere per gli occhi, ma riesce a calarti facilmente nel suo mondo super caciarone e pieno di ignoranza.

La seconda cosa, forse complice la mia scarsa attenzione o il fatto che la dimostratrice l’abbia solo accennata, senza farmi capire che quello che aveva spiegato era il gioco in una frase, in Kharnage si gioca per annichilire l’avversario. Non avendolo capito subito, non vi dico il senso di colpa quando, grazie alla pesca di alcune carte forti e di altre abilità, ho cancellato dal piano di gioco l’esercito dei Nani. Mi è proprio dispiaciuto!

Stessa cosa per il giocatore dei Goblin che ha eliminato gli Orchi.

 

Ma poi, già al secondo round, capisci che il gioco è così, e che in realtà tutti hanno la chance di cancellare l’altro dall’universo, e allora si inizia a giocare cattivi, pronti a sfruttare ogni errore e ogni attacco incompleto dei propri avversari per arrivare a decimare le legioni dello sventurato di turno.

 

Abbiamo giocato il gioco base, usando i poteri speciali, senza alcuna espansione, e devo dire che è stata un’esperienza piacevole.  La sensazione che ho avuto è che il gioco base dia il suo meglio in 4 giocatori.

 

Con meno giocatori credo che il tutto si risolva in uno skirmish senza troppa strategia.

Però alla fin fine il vero pregio di Kharnage è che è un gioco semplice (una volta capite le icone sulle carte, puoi iniziare a giocare senza avere alcun dubbio), molto bello da vedere sul tavolo (gli eserciti si formano, per pochissimo tempo!, sul tavolo di gioco e hanno un colpo d’occhio notevole) e con alcune dinamiche interessanti (una su tutte, le unità composte da più carte!).

Potrebbe essere un ottimo titolo per associazioni ludiche o per gruppi numerosi!

 

Dopo la full immersion dai ragazzi di 3 Emme Games il tempo che avevo a disposizione non era molto… Però, girando tra gli stand ed i tavoli, mi sono imbattuto nei creatori di un gioco che uscirà a breve su Kickstarter, e di cui abbiamo da poco pubblicato una recensione su houseofgames!

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Riccardo Riguzzi

Sono sempre stato attratto dalla creatività, che si trattasse di immagini, oggetti o mondi immaginari. Tale fascinazione mi ha portato a studiare grafica, cinema, animazione e ad appassionarmi al mondo dei giochi. Questo percorso personale mi ha sempre più convinto di come sia necessario, ai nostri giorni, ritagliarsi uno spazio ludico nella nostra vita, perché il gioco è lo strumento migliore per coltivare una mente attenta ed aperta al mondo che ci circonda.

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