Questa settimana abbiamo provato per voi Brass Lancashire, un grande classico di Martin Wallace nella sua fuligginosa nuova edizione.
Nella Scatola:
1 × Tabellone
4 × Plance giocatore
4 × Tiles personaggio
4 × Markers Rendita
56 × Tiles collegamento (14 per colore)
12 × Tiles Mercato esportazione cotone
66 × Carte Città e Industrie
4 × Carte Aiuto Giocatore
4 × PV Markers
24 × Cubi carbone
1 × Marker Mercato esportazione cotone
4 × Markers Rendita
16 × Cubi Ferro
67 × Token monete(Deluxe Edition: 70 Iron Clays chips)
148 × Tiles industria (37 per colore: 12 Fabbriche di cotone 8 Porti 6 Cantieri Navali 4 Fonderie 7 Miniere di carbone)
1 × Tile Mazzo carte
Materiali:
I materiali di Brass sono tutti di ottima fattura, dalle carte telate agli inserti nella scatola tuttavia rimane piuttosto spartano nei contenuti.
Ambientazione:
Il nome BRASS deriva dal detto “where there’s muck there’s brass” (dove c’è letame c’è ottone e ottone/brass si riferisce al denaro o in generale arricchirsi con lavori sporchi; un po’ come il nostro “pecunia non olet”), per questo in BRASS LANCASHIRE ci ritroviamo nell’omonima contea inglese a creare un impero commerciale tramite il commercio di materiali poveri come carbone, ferro e ovviamente…..cotone (no nessuna traccia di ottone).
Brass è ambientato a inizio diciannovesimo secolo durante la rivoluzione industriale Inglese e si svolge tra l’epoca dei canali ed quella delle ferrovie.
Nel gioco vestiremo i panni di noti personaggi dell’era: da James Watt a Isambard Kingdom Brunel o ancora George Stephenson etc. e dovremo gestire le nostre finanze e i materiali disponibili (ferro e carbone) per creare una rete commerciale variegata unita da canali e ferrovie.
In questa nuova versione finalmente l’ambientazione si fa davvero sentire: le cortine di nebbia sporca sulle carte Città, i colori grigi e scuri del tabellone, e lo stile romantico dei token personaggi fanno da padrone a uno stile, dove gli unici colori sgargianti saranno quelli del metallo fuso sulle carte fonderia.
Lo stile pittorico del gioco insomma rende finalmente giustizia a questo classico del passato.
Meccaniche:
In Brass dovremo affrontare 2 epoche: quella dei canali e quella del carbone; il che ci porterà praticamente ad completare 2 cicli simili ma con alcune modifiche.
Lo scandire delle ere è dato da un mazzo di carte, che potranno raffigurare città della contea inglese, oppure varie tipologie di edifici.
A ogni turno dovremo compiere 2 azioni ognuna delle quali richiederà una tra le 8 carte che avremo in mano per poi ripescarne altrettante, passando il turno al giocatore successivo, proseguendo finchè il mazzo non sarà esaurito; evento che sancirà la fine dell’epoca dei canali.
A questo punto conteggeremo il punteggio di metà partita e inizieremo l’era delle ferrovie rimescolando il mazzo e proseguendo allo stesso modo fino alla fine della partita.
Tra le azioni disponibili:
Potremo costruire un edificio dalla plancia giocatore utilizzando una carta città per collocarlo in un luogo specifico del tabellone, oppure una carta di una delle tipologie edificio per costruirlo in una qualunque città all’interno della nostra rete commerciale (città con presenza di altri nostri edifici o adiacenti a nostre navi o ferrovie).
Potremo scartare carte (e prelevare ferro dalla mappa o comprarlo al mercato estero) per eliminare dalla nostra plancia gli edifici più vecchi guadagnando così l’accesso a nuovi e più fruttuosi.
Potremo allargare la rete commerciale (network) costruendo navi (oppure ferrovie nella seconda epoca) su tratte non ancora occupate da altri giocatori per poter espandere il nostro network e quindi avere accesso a più città nonché collegare porti e miniere di carbone (materiale necessario per la costruzione di alcuni edifici che a differenza del ferro deve essere collegato alla costruzione per poterlo utilizzare).
Potremo ridurre permanentemente le nostre entrate per chiedere un “prestito” (che non sarà da restituire).
Potremo vendere cotone da una o più delle nostre fabbriche verso porti (di qualunque giocatore) o verso il mercato estero
Infine potremo passare (sempre scartando una carta per ogni azione saltata in modo che ogni giocatore abbia sempre lo stesso numero di azioni).
Per fare punti (e aumentare la rendita di denaro) non basterà piazzare edifici sulla mappa (a eccezione dei cantieri navali), ma bisognerà attivarli (girandoli).
Questo, nel caso delle miniere e fonderie, accadrà quando saranno stati prelevati (da qualunque giocatore) tutti i materiali collocati nel momento della costruzione; nel caso di fabbriche di cotone o porti, invece, attraverso l’azione vendita cotone.
Anche i collegamenti della nostra rete (navi o ferrovie) ci forniranno punti ogni fine epoca a seconda del numero di edifici presenti nelle città adiacenti.
Buona parte dell’interazione è data dunque dal posizionamento (esclusivo) delle barche/ferrovie, ma anche dalla costruzione di edifici nelle città che spesso hanno posti limitati.
Ma la parte più importante è sicuramente data dalla decisione di usare risorse o porti avversari, risparmiando azioni ma rischiando di attivare edifici avversari e quindi regalare loro rendimento e punti preziosi, oppure aspettare e costruirne di nostri.
Molto efficace la meccanica della priorità di gioco che sarà inversamente proporzionale al denaro speso durante il turno.
In definitiva quindi abbiamo davanti un gestionale, incentrato sulla costruzione di edifici e collegamenti.
Da sottolineare che gli edifici non forniranno azioni speciali ma soltanto un punteggio in punti a fine era e un rendimento in denaro a ogni turno (ovviamente solo se girati).
Commento finale:
Brass è probabilmente uno dei giochi più noti di Martin Wallace.
La stupenda veste grafica lo rende ben più appetibile della spoglia e carente prima edizione, tuttavia nemmeno le magnifiche illustrazioni possono evitare qualche dubbio sul rapporto qualità/prezzo (alla fin fine si tratta solo di cartoncino, carte e pochissimi cubetti di legno).
Le meccaniche sicuramente non si distinguono nel panorama odierno ma rimangono comunque apprezzabili e non risentono eccessivamente del tempo anche se mio avviso possono sembrare un po’ secche se paragonate a titoli più moderni.
La durata si attesta tra le 2 e le 3 ore massimo, ma dipende fortemente dall’inevitabile paralisi da analisi che presto o tardi coglierà ogni singolo giocatore.
L’alea è quasi inesistente grazie al sistema di carte e alla possibilità di utilizzarle come generiche, potremo quasi sempre effettuare le azioni desiderate.
L’interazione è completamente indiretta, e tra la scelta sull’utilizzo e potenziale attivazione di edifici avversari, su dove e come espandere il nostro network e su quali slot edificio del tabellone costruire, si farà sentire parecchio, soprattutto in 4 giocatori.
La complessità invece si attesta a un medio livello; per quanto le regole possano risultare facili, concetti come network e collegamenti del carbone risultano leggermente macchinosi; seppure si riesca a barcamenarsi alla prima partita, ne serviranno diverse ulteriori prima di avere pieno controllo sul nostro gioco.
La scalabilità è accettabile ma soltanto in 4 giocatori l’interazione comincerà a farsi davvero sentire.
La longevità infine non è forse uno dei punti più forti: per quanto il titolo abbia una buona profondità, la simmetria e il numero limitato di azioni non rendono Brass perfetto per un gioco assiduo anche se consigliatissimo se alternato con altri titoli grazie anche al buon bilanciamento.
[…] nuova edizione di un grande classico di Martin Wallace. Qui la nostra recensione. Io non l’ho ancora provato, e non vedo l’ora di farci una […]