Tzolk’in è un gioco di piazzamento lavoratori innovativo, ambientato all’epoca dei Maya. Fate prosperare la vostra tribù… prestando attenzione al trascorrere del tempo!
Correva l’anno 2012 e molto si era parlato della profezia Maya sull’imminente fine del mondo. Si può dire che fosse l’argomento dell’anno, al punto che due dei migliori game designer italiani, Simone Luciani e Daniele Tascini, realizzarono un gioco ambientato all’epoca dei Maya. Proprio quell’anno ci trovavamo all’EssenSpiele e fu lì che per la prima volta sentimmo parlare di Tzolk’in: era stata preparata per l’occasione una versione molto grande del tabellone di gioco con le fantastiche ruote e ascoltammo la spiegazione osservando quello spettacolo a occhi sgranati. Impossibile provare il gioco in fiera: era richiestissimo e i tempi di attesa erano folli. Ma non ce n’era bisogno, perché avevamo già deciso che sarebbe entrato nella nostra collezione!
Sono passati un po’ di anni e Tzolk’in continua ad affascinare schiere di giocatori. Sempre presente nei 50 preferiti di Boardgamegeek, questo gioco edito da Czech Games Edition e portato in Italia da Cranio Creations introduce una meccanica innovativa, il piazzamento lavoratori dinamico. Oggi ve lo presento.
In Tzolk’in vestirete i panni di capitribù e dovrete prosperare coltivando, facendo offerte agli dei ed erigendo edifici. In ogni turno i giocatori possono posizionare oppure ritirare lavoratori dalle cinque ruote produttive. Al termine del turno viene girato lo Tzolk’in, la grande ruota centrale con il calendario Maya, che scandisce il gioco. In questo modo, le altre cinque gireranno, portando i lavoratori con sé verso nuovi spazi azione, via via più potenti. Già solo questo è uno spettacolo che vale la pena vedere!
I lavoratori effettuano l’azione prescelta solo quando vengono ritirati. Vediamo le ruote un po’ più nello specifico:
Nel corso della partita si verificano quattro giorni del cibo, in cui sfamare i lavoratori e ricevere risorse o punti in base alla posizione sui templi. La partita termina dopo il quarto giorno del cibo.
Nella scatola di Tzolk’in troverete:
A livello di grafica Tzolk’in è ben curato. Bella l’illustrazione di copertina e quelle del tabellone. Le tessere, invece, sono abbastanza spartane ma in compenso le icone sono chiare, quasi sempre comprensibili alla prima occhiata e anche abbastanza grandi. Il livello di qualità del materiale è decisamente buono: le ruote sono resistenti, plance, tessere e tabellone sono spessi e resistono bene al tempo e alla manipolazione. La vera chicca di questo gioco sono i teschi blu tridimensionali, davvero molto belli!
Inoltre, se vi piace dipingere e personalizzare i vostri boardgame, le ruote di Tzolk’in si prestano molto bene alla decorazione, con risultati esteticamente molto belli.
A prima vista Tzolk’in può sembrare un gioco piuttosto classico: procurarsi cibo, sfamare la tribù, ottenere risorse e costruire edifici, cercare di ottenere il favore delle divinità… fin qui non c’è niente di particolarmente originale. Ma attenzione: questo gioco di banale non ha niente e riesce perfino a introdurre una nuova meccanica che rende il classico piazzamento lavoratori ancora più avvincente.
Ci vogliono una notevole pianificazione e una certa lungimiranza per giocare bene a Tzolk’in. Il meccanismo degli ingranaggi fa sì che i giocatori debbano calcolare molto bene le proprie mosse e riflettere sulle giuste tempistiche di ogni azione. Naturalmente le azioni più forti sono anche quelle che richiedono più turni per essere raggiunte, quindi dovrete gestire bene i lavoratori in modo da potervi permettere di lasciarne alcuni sugli ingranaggi anche per un buon numero di turni.
Inoltre, per essere giocato bene, Tzolk’in richiede anche una certa capacità di prendere decisioni difficili: in molti casi, infatti, può essere una buona idea perdere alcuni punti decidendo di non sfamare i lavoratori, per poter ottenere maggiori benefici in seguito. Certo, dovrete essere scaltri: questa tattica funziona solo se giocate bene le vostre mosse e riuscite a recuperare mais in breve tempo, altrimenti la partita si trascinerà in una rincorsa al cibo che si rivelerà inconcludente (ricordate che il piazzamento degli omini costa mais). Tuttavia, tenete conto che i giocatori con la “sindrome di Agricola” (quelli che vogliono sfamare i lavoratori a ogni costo) difficilmente riescono a tenere testa a chi gioca in modo un po’ più “rischioso”.
Tzolk’in è un gioco che di per sé offre una grande rigiocabilità: le possibili strategie sono molteplici, i Monumenti (che danno punti a fine gioco) cambiano in ogni partita e gli Edifici offrono grande variabilità di scelte e tattiche. Se tutto ciò non vi basta, nel 2013 è uscita un’espansione, Tzolk’in: Tribù e profezie, che inserisce fazioni asimmetriche e altre varianti. Ma di questo parleremo un’altra volta.
Per concludere, Tzolk’in è un grande classico che non stanca mai e che nessun appassionato di piazzamento lavoratori dovrebbe perdersi!
A chi è adatto:
– agli appassionati dei giochi german con fattore alea minimo
– a chi vuole qualcosa di più di un classico piazzamento lavoratori
– a chi ama i giochi che danno da pensare
A chi non è adatto:
– a chi si avvicina per la prima volta al tavolo da gioco
– ai giocatori prediligono titoli più rilassanti e meno complessi
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