Il famoso videogioco indipendente arriva sui nostri tavoli.
Dopo l’enorme successo della campagna Kickstarter, The Binding of Isaac: Four Souls è finalmente arrivato nelle case di chi ha supportato il progetto. Il gioco, tratto dall’omonimo videogame, si presenta come un card-game fortemente ispirato a Munchkin, dal quale riprende molti aspetti, compresa la semplicità delle regole e l’immediatezza delle meccaniche.
Una partita si svolge a turni, durante i quali i giocatori (da 2 a 4) competono tra di loro per potenziare il proprio personaggio e riuscire ad uccidere quanti più mostri possibili. Alcuni mostri, in particolare i boss (più forti e resistenti dei nemici comuni), se sconfitti faranno guadagnare al nostro eroe un’anima; il primo che riesce ad ottenere quattro anime vince la partita. Semplice no?
Il fulcro del gioco è basato sull’interazione tra i giocatori, i quali non solo dovranno cercare di sopravvivere a tutti gli scontri con i mostri, ma dovranno anche porre attenzione agli “attacchi” degli avversari. A dire il vero non sarà possibile attaccare direttamente un altro giocatore, ma sarà possibile danneggiarlo in molteplici modi grazie alle carte loot, ovvero alle carte tenute in mano.
Insomma, sopravvivere non sarà affatto facile, ma d’altronde non sarà neanche necessario. A differenza del videogioco, in questo caso la morte del personaggio non porterà ad un game-over, bensì potrete riprendere subito a giocare semplicemente scartando un paio di carte ed una moneta.
Dalle premesse appare evidente come questo Four Souls si distacchi molto dal gioco da cui è tratto, per il quale avremmo sicuramente preferito una trasposizione sotto forma di dungeon crawler. Ma nonostante questa scelta, della quale comprendiamo i motivi (ovvero la necessità di avvicinarsi ad un pubblico più ampio), le partite sono sempre ben bilanciate e sarà una gioia poter rivedere tutti gli oggetti ed i personaggi incontrati nel videogioco, peraltro con una grafica molto più curata e con effetti estremamente simili a quelli visti in quest’ultimo.
Sicuramente il regolamento scritto in modo approssimativo ed una ripetitività di fondo molto accentuata (per la quale riteniamo un po’ troppi i 45-60 minuti necessari per una partita) non lo rendono un gioco perfetto, ma possiamo dire senza problemi che promuoviamo l’esperimento.
Se dovessimo fare un riassunto molto rapido potremmo dire che consigliamo vivamente il gioco a tutti gli appassionati del corrispettivo digitale, ma che viceversa non ci sentiamo di suggerirlo a chi non consce il videogioco, in quanto l’emozione più grande durante la partita è data dallo scoprire i collegamenti esistenti con quest’ultimo.
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