L’ultimo gioco dell’amata serie horror si ambienta su un pianeta alieno, dove i pericoli si nascondono dietro ogni angolo.
Gli zombie normali non vi bastano più? Siete sopravvissuti anche alle orde di orchi non-morti all’interno di una pittoresca ambientazione medievale? Allora non vi resta che fare un salto nel tempo e volare fino ad un lontano pianeta, dove il virus letale ha infettato degli alieni, che adesso sono più affamati che mai di carne umana!
Zombicide: Invader (edito in Italia da Asmodee) è l’ultima scatola base dell’omonima serie di giochi da tavolo ad essere uscita sul mercato e vede come protagonisti da 1 a 6 giocatori, pronti a rischiare tutto per uccidere quanti più zombie possibile e ad abbandonare per sempre un pianeta infestato da pericolosi alieni. Per chi non si fosse mai avvicinato prima alla serie, si tratta di un gioco cooperativo a missioni, durante ciascuna delle quali verrà composta una differente mappa di gioco, all’interno della quale ci saranno vari obiettivi da portare a termine mentre si cerca di sopravvivere ai continui assalti dei non-morti, qua chiamati “xeno”.
Partiamo innanzitutto dai personaggi. Questi si distinguono in due classi distinte, ovvero i civili ed i marine, ciascuna delle quali è caratterizzata da un differente numero di punti vita e da alcune regole differenti (ad esempio i marine saranno complessivamente più forti, ma potranno cercare nuovi oggetti solo in alcune stanze). Per quanto riguarda gli zombie, invece, questi si differenziano in quattro classi: gli operai, più lenti ma più numerosi; i cacciatori, veloci e letali; i tank, difficili da eliminare; ed infine l’abominio corruttore, una miniatura singola che sarà capace di mettervi in crisi più di tutte le altre messe insieme. Quest’ultimo, infatti, è stato notevolmente potenziato rispetto al passato, in quanto riesce a fare un numero molto maggiore di danni (tre, per l’esattezza) e quando si muove lascia dietro di sé una scia di “melma”, una sostanza acida capace di distruggere tutto ciò che si trova in una stanza, compresi obiettivi. Quindi se, ad esempio, il vostro scopo è quello di recuperare un oggetto da una stanza, allora fate in modo che non ci finisca l’abominio, altrimenti la partita sarà persa immediatamente!
Non solo, se la melma finisce per collegare due zone di generazione degli zombie, cioè le caselle da cui questi nascono, allora la partita si concluderà in una sconfitta. Se non bastasse, considerate che in questo capitolo della serie la partita verrà persa anche se viene eliminato un solo personaggio alleato; questa aggiunta per molti potrebbe rappresentare un lato positivo, perché così i giocatori morti non dovranno più aspettare la fine della partita per giocare nuovamente, ma niente vieta di modificare le regole e continuare a giocare fino all’annientamento di tutti i personaggi.
Ok, ma se gli zombie sono così forti, come possono essere fermati? Ecco che entrano in gioco due potenti alleati artificiali: il Falchion Sentry Gun ed il Bot Pacificatore. Entrambi possono essere attivati a distanza tramite un apposito comando; la prima rappresenta una torretta, fissa ma che permette di attaccare anche stando lontani dal pericolo, mentre il secondo è un simpatico robot che può anche muoversi e che, sempre attivandolo a distanza, potrebbe rappresentare un importante fulcro tattico per il raggiungimento della vittoria.
Un’altra importante modifica è stata fatta alla mappa di gioco, divisa in due sezioni ben distinte, cioè l’interno della stazione spaziale e la superficie del pianeta. Questa distinzione è fondamentale, perché i vostri personaggi non potranno uscire all’esterno se non sono in possesso di bombole di ossigeno, quindi diventerà molto complesso gestire gli spostamenti su tutta l’area di gioco.
Per quanto riguarda i personaggi, questi (come sempre) partono con tre azioni disponibili e, uccidendo avversari e facendo così punti esperienza, potranno salire di grado ampliando le possibilità di attacco e/o difesa. Oltre a ciò ognuno potrà portare con sé fino a nove oggetti, quindi potrete armarvi con un vero e proprio arsenale!
Insomma, potremmo continuare ancora per molto a parlare delle numerosissime differenze che ci sono in quest’ultimo capitolo rispetto ai suoi predecessori, e questo è indice di come stavolta i suoi creatori abbiano deciso di osare un po’ più del solito con le novità, cercando nuove formule di gameplay, senza però abbandonare del tutto i pilastri che reggono il gioco fin dal primo capitolo, comprese alcune meccaniche ancora da rifinire (zombie che si sdoppiano, preponderanza eccessiva della fortuna, ecc.).
Inutile dilungarsi troppo sui componenti di gioco, tutti di ottima fattura: miniature come sempre stupende e numerosissime, carte e plance molto resistenti e scatola di gioco che permetterà ai maniaci dell’ordine di rimettere nel proprio posto ogni singolo componente.
Le novità introdotte forse non basteranno a farvi appassionare a questa tipologia di intrattenimento se non avete già amato Black Plague, Prison Outbreak o un qualsiasi altri capitolo, ma di certo rappresentano una ventata di aria fresca che la serie aveva bisogno da un bel po’ di anni.
Possiamo quindi dire che ci troviamo di fronte ad un gioco perfetto? Sicuramente no, ma senza dubbio possiamo affermare che questo rappresenta il migliore Zombicide uscito fino ad oggi!
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