Card drafting, controllo dei territori, raccolta risorse e obiettivi segreti… altro che carini e coccolosi, questi conigli sono pronti a tutto!
Dopo averlo provato a Modena Play 2018, nello stand di Mancalamaro, arriva finalmente a “casa mia” uno dei giochi che più mi ha divertito durante la fiera emiliana.
Da due a quattro giocatori, ciascuno a capo di una “imponente” armata di conigli, si contendono l’egemonia del Mondo, o meglio del tabellone di gioco, a suon di drafting di carte. Chi riuscirà a costruire più castelli, coltivare più risorse, e a giocare meglio le proprie carte (e le proprie pergamene) in modo tale da ottenere più punti degli avversari e diventare il solo e unico Imperatore dei Conigli?
Presentazione Visiva:
Comincio a parlare dell’impatto visivo di Bunny Kingdom facendo subito un “coming out”.
A me Paul Mafayon, illustratore di questo titolo, fa perdere la testa. Già a Modena, quando mi sono seduto per provare il gioco la prima volta, ho perso metà della spiegazione perchè mi sono perso a guardare le illustrazioni dei vari conigli rappresentati sulle carte.
Tra conigli Nettuno, Re dei Ladri, vagabondi, Barbari etc… ogni carta è una gioia per gli occhi, ed il fatto che ogni artwork delle “carte zona” rappresenti in modo molto coerente la posizione della corrispondente area sulla mappa di gioco è una attenzione al dettaglio che sottolinea perfettamente come tutta l’estetica di Bunny Kingdom sia curatissima.
Il tabellone dell’edizione italiana è quello “riveduto e corretto” (leggasi ingrandito) della seconda edizione americana, ed infatti anche a fine partita, quando tutti i castelli ed i conigli sono stati messi in gioco, non risulta essere eccessivamente caotico nè troppo difficile da “leggere”.
Le “pedine” dei coniglietti non fanno gridare al miracolo, ma fanno il loro dovere, forse sono eccessivamente sintetiche, ma probabilmente la scelta di farle così “semplici” è stata fatta da IELLO (l’editore del gioco) per contenere i costi, e risultano comunque “simpatiche”.
I castelli sono decisamente più dettagliati dei conigli, con le loro torri (da 1 a 3 a seconda del livello del castello), le mura merlate, alcuni piccoli edifici accessori ed una piccolissima testa di coniglio in cima al cancello principale.
Gli altri edifici sono invece dei token angolari in cartone che usano una iconografia facilmente leggibile e hanno una forma studiata in modo tale da poterli mettere su una casella del tabellone e posizionarci sopra un coniglio senza rischiare di nascondere le informazioni importanti al fine del gioco.
Tutti i vari componenti di Bunny Kingdom collaborano a creare un’atmosfera dai toni decisamente “light”, colorata ed allegra, che in alcuni casi rischia di stridere leggermente con la parte più matematica e meccanica del sistema di gioco (di cui parleremo a breve).
Una volta intavolato, il gioco fa una gran bella figura, e vedere il tabellone prendere vita, turno dopo turno, popolandosi di coniglietti, castelli e campi coltivati è una gioia per gli occhi!
Regolamento (in breve):
Una partita di Bunny Kingdom si sviluppa in 4 round. Ogni round è composto da una fase di Drafting, una fase di Costruzione ed una fase di Raccolto. Lo scopo del gioco è arrivare, alla fine del quarto turno, ad avere più punti raccolta degli avversari.
Drafting
Ogni giocatore riceve una mano di carte da cui dovrà sceglierne due da tenere e poi passa le rimanenti al giocatore alla sua sinistra (se si sta giocando il round 1 o il 3) oppure alla sua destra (se si sta giocando il round 2 o 4).
In Bunny Kingdom le carte che compongono il mazzo di gioco possono essere dei seguenti tipi:
Quando tutti i giocatori hanno scelto le proprie due carte coperte e hanno passato il rimanente “mazzetto”, tutti scoprono le carte scelte (a meno che non siano pergamene). Se ci sono carte Zona, ogni giocatore procede a mettere i propri conigli alle coordinate indicate dalle proprie carte, se invece si hanno carte Costruzione, si prendono i relativi token/castelli che verranno usati nella successiva fase di Costruzione.
Il Drafting continua, due carte alla volta, fino a quando non sono state messe in gioco tutte le carte. Finite le carte si passa alla fase di Costruzione.
Costruzione
Durante la fase di Costruzione ogni giocatore può mettere i castelli e le altre strutture ottenute durante la fase di drafting sui territori occupati dai propri conigli. Ogni territorio può contenere al massimo un castello/struttura ed alcune costruzioni hanno dei requisiti da soddisfare per essere costruiti (ad esempio i castelli di livello 3 possono essere costruiti solo su territori di roccia). Non è obbligatorio costruire tutte le strutture nel round in cui le si è pescate.
Raccolto
Terminata la Costruzione si passa al conteggio dei punti Raccolto. I punti si calcolano sommando le torri dei castelli di un feudo (un gruppo di territori collegati tra loro dai propri conigli -un territorio singolo, non collegato ad altri, è considerato comunque un feudo-) ed ottenendo così la FORZA del feudo e moltiplicando poi tale Forza per il numero di risorse uniche prodotte dal feudo stesso. Ogni giocatore calcola quindi il proprio punteggio di raccolto, lo segna sul segnapunti del tabellone di gioco e poi si passa al round successivo.
Al termine del quarto ed ultimo round, si scoprono le carte pergamena e ogni giocatore, a turno, procede a contare i punti bonus ottenuti dalle proprie pergamene.
Chi alla fine ha ottenuto più punti, è il vincitore.
(Le regole per due giocatori variano leggermente, in quanto prevedono un sistema di drafting differente per sopperire al basso numero di giocatori e, sebbene secondo chi scrive questo gioco dia il meglio di sé in 3/4 giocatori, gira comunque bene anche in 2).
Esperienza al Tavolo:
Sia durante la prova a Modena, che nelle partite fatte con i miei gruppi di gioco, Bunny Kingdom è risultato essere un gioco molto facile da apprendere, a patto però di aver fatto almeno un paio di round in cui nessun nuovo giocatore era in grado di capire cosa stesse facendo.
Questo è forse il limite iniziale di Bunny Kingdom. Richiede un “salto della fede”, un inizio di gioco in “media res” per essere compreso.
Dopo la spiegazione iniziale i giocatori non troppo “scafati” avranno probabilmente lo sguardo vacuo e pieno di terrore dei conigli da cui il gioco prende il nome.
La mancanza però di interazione diretta e l’impossibilità di essere puniti da altri giocatori in caso di errori (al massimo al termine della partita si faranno pochi punti) fa sì che già dopo un primo round molto titubante, la prima partita proceda a gonfie vele, con i giocatori che, carta dopo carta, prendono sempre più coraggio ed iniziano a tentare strategia differenti.
Terminata la prima partita ed assimilate le dinamiche di gioco, tutto è in discesa e tutti i giocatori sono pronti a ributtarsi nel gioco, desiderosi di migliorare il proprio punteggio e di battere gli avversari.
Non mi è mai capitato che, una volta intavolato Bunny Kingdom, si sia fatta solo una partita.
Conclusione:
Mano a mano che si prende confidenza con il gioco, ci si accorge delle possibili sinergie tra le carte pergamena presenti nel mazzo, e si impara sempre meglio come cambiare al volo la propria strategia di gioco nel caso in cui non si riescano ad ottenere le carte che si desiderano.
Più si acquisisce esperienza in Bunny Kingdom più ci si rende conto però che alcune dinamiche di gioco possono anche non piacere.
Portando come esempio un’esperienza avuta proprio al mio tavolo da gioco, un giocatore, dopo alcune partite, non ha nascosto il fatto che, sebbene trovasse il gioco piacevole, non riusciva proprio a mandar giù l’eccessivo (a parer suo) elastico causato dalle carte pergamena al termine della partita. Questa incertezza non gli permetteva di godere appieno del gioco, in quando l’informazione celata delle carte pergamena non gli consentivano di creare una strategia di gioco preventiva che gli desse la certezza di star vincendo.
Infatti, sebbene dopo un consistente numero di partite sia possibile iniziare a capire a cosa mirano gli avversari, in base a certe scelte di gioco, non è mai possibile essere sicuri al 100% di essere davanti ai propri avversari fino alla fine dell’ultimo conteggio dell’ultima carta pergamena dell’ultimo giocatore.
Questa “insicurezza” può far storcere il naso a certi giocatori ma in definitiva non me la sento di concordare con chi ritiene che essa sia un difetto di game design.
Al contrario essa è stata creata volontariamente da Richard Garfield (il game designer di Bunny Kingdom, nonché creatore di molti altri giochi, tra cui Magic The Gathering), che, come ha spiegato in una intervista, ha sviluppato questo titolo inserendoci volutamente una dinamica di gioco di questo tipo proprio per creare una situazione di gioco in cui ogni giocatore deve rimanere sulle spine fino alla fine della partita.
Ed è proprio per questa consapevolezza che fa sì che la presenza dell’alea in Bunny Kingdom non sia eccessivamente invasiva.
Bunny Kingdom non è un German duro e puro (lungi dal volerlo essere), né un “cinghiale”, ma non è neppure un “giochino” che fa delle Pergamene l’ago della propria bilancia per risolvere le partite.
Se un giocatore gioca meglio degli altri avrà comunque molte più chance di vincere la partita a prescindere dalle pergamene coperte “in gioco”, però non potrà MAI avere la matematica certezza di avere la vittoria in pugno, e questo, come detto, non può piacere a tutti…
Come dice il saggio:
“Uomo”, ehm… pardon, “Coniglio avvisato, mezzo salvato”.
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