“Cartagena: La fuga”, gioco del famosissimo Leo Colovini – autore anche di svariati titoli, come “Inkognito” e “Leo va dal barbiere” – edito in italiano nel 2009.
Buongiorno a tutti i lettori di Houseofgames, qui dal vostro Andrea – di fiducia?!? – di “Giochetti e Sfizietti”. Come ogni mese, torno su Houseofgames con la rubrica “Giochi… a tavola”, dove potete provare perfette combinazioni tra il mondo ludico e quello “mangereccio”… anche se la ricetta di oggi “non” si potrà mangiare…
Vi lascio un po’ di suspance ed intanto vi introduco al titolo di oggi: signore e signori, ecco a voi “Cartagena: La fuga”, gioco del famosissimo Leo Colovini – autore anche di svariati titoli, come “Inkognito” e “Leo va dal barbiere” – edito in italiano nel 2009.
Storicamente, a Cartagena – città colombiana – si erge un imponente monumento, il Castello di San Felipe de Barajas, che serviva a difendere le grandi quantità di metalli preziosi dall’attacco dei pirati e del corsari. Tuttavia si narra che nel 1672 diversi pirati siano riusciti a fuggire da questa fortezza, diventando una leggenda tra i pirati dei Caraibi e trasformandosi addirittura in questo gioco.
Quindi, ogni giocatore avrà a disposizione una ciurma di sei pirati e dovrà condurli dalla fortezza di Cartagena fino alla scialuppa che li aiuterà a scappare. Il primo giocatore che riuscirà in tale impresa potrà finalmente salpare verso la vittoria!
Per iniziare una partita a Cartagena: La Fuga, si devono eseguire questi passaggi:
A questo punto, i giocatori dovranno scegliere la modalità da giocare: la versione Jamaica, dove incide di più la fortuna, visto che si gioca a carte coperte; oppure la versione Tortuga, in cui non solo si gioca a carte coperte, ma sarà possibile anche vedere l’ordine delle carte che verranno pescate, rendendo quindi più ragionamento e capacità di calcolo.
In base alla modalità scelta, si procede con gli ultimi preparativi:
Durante il proprio turno – diventa primo giocatore chi assomiglia di più ad un pirata! – il giocatore deve compiere da una a tre azioni- Le azioni possono essere di due tipi: “Giocare una carta per avanzare un pirata” oppure “Indietreggiare un pirata per pescare carte”. Il giocatore può scegliere una qualsiasi combinazione tra tali azioni (anche tre volte la stessa) ed in qualsiasi ordine (esempio avanzando il pirata per poi farlo indietreggiare).
Giocare una carta per avanzare un pirata
Il giocatore gioca una delle sue carte in mano (con un simbolo, ad esempio “spade”) e la pone nella pila degli scarti: quindi sceglie uno dei suoi pirati da una qualsiasi posizione (esterno o già dentro il percorso) e lo fa avanzare sul percorso fino alla prima casella non occupata (da altri pedine Pirata) con lo stesso simbolo della carta giocata.
Indietreggiare un pirata per pescare carte
Il giocatore sceglie uno dei suoi pirati e lo fa indietreggiare fino alla prima casella che è occupata da uno o due pedine pirata (non importa di chi siano); non potrà fermarsi su caselle libere oppure occupate da tre pedine pirata. Fatto ciò, il giocatore pesca un numero di carte pari al numero di pedine pirata che sono presenti sulla casella in cui ci si ferma. In base alla modalità scelta, tali carte andranno pescate dal mazzo coperto (versione Jamaica) oppure dalla fila di carte sul tavolo, seguendo la direzione della freccia (versione Tortuga).
La partita termina non appena uno dei giocatori riesce a portare il suo ultimo pirata sulla scialuppa: solo chi avrà salvato la sua intera ciurma avrà vinto e sarà proclamato come “miglior Capitano”!
Cartagena: la Fuga è un titolo davvero valido: le regole sono davvero semplici e si imparano in fretta, ma al tempo stesso le meccaniche – a quei tempi – erano davvero innovative. Sebbene l’elemento della fortuna sia comunque presente – in entrambe le modalità – il giocatore deve essere comunque astuto e stare attento a quante e quali carte giocare, per non aiutare i suoi avversari. Grazie alle due modalità così diverse tra loro, Cartagena ha anche il vanto di essere un titolo polimorfo, adatto sia a partite tranquille, sia impegnative: di conseguenza, può essere proposto a chiunque, in base al gruppo di giocatori o al tempo che si ha a disposizione.
Come anticipatovi all’inizio, la ricetta da abbinare a Cartagena non sarà da mangiare, ma piuttosto da bere ed a tema con il gioco: sto parlando del Grog, la bevanda – una miscela di rum ed acqua – tipica dei pirati! Tale stratagemma era stato introdotto dal vice Ammiraglio Edward Vernon nel 1740 – sulla Royal Navy – poiché, durante le lunghe attraversate, l’acqua contenuta nei barili tendeva a stagnarsi: invece aggiungendo il rum – grazie alla sua parte alcolica – l’acqua si guastava più lentamente, tra l’altro migliorandone anche il gusto. Successivamente alla bevanda era stato aggiunto il succo di limone, ottimo rimedio per prevenire lo scorbuto. Ad oggi il grog non viene più consumato sulle navi, ma soprattutto nei paesi freddi del Nord Europa, dove viene servita calda – molto similmente al vin brulè – e con aggiunta di spezie e di zucchero.
Su internet girano tantissime versioni del Grog: ne ho provate alcune (mi sono un po’ “inciucccato”) ed ho ultimato questa mia versione della bevanda piratesca…
Se avete intenzione di servire il Grog con questo gioco, vi consiglio di prepararlo durante la partita: dopo aver fatto il vostro turno dovrete attendere quello dei vostri avversari, quindi avrete tutto il tempo per preparare la bevanda ed aspettare che si raffreddi un poco. Infatti, bere il Grog ha senso solo al termine della partita, quando finalmente tutta la vostra ciurma sarà salva sulla scialuppa: allora quello sarà il momento di festeggiare la libertà, come solo un pirata sa fare!
E con ciò, l’unica cosa che mi resta da consigliarvi è di provare questa spumeggiante “combinazione”; ricordandovi però di bere responsabilmente e di non mettervi alla guida in stato di ebbrezza. Se siete curiosi, potete fare un salto sul blog “Giochetti e Sfizietti”, dove curo diverse rubriche interessantissime sul mondo dei boardgames (https://giochettiesfizietti.wordpress.com/). Per ora vi saluto e – come al solito – vi dico “Bon jeu et bon appétit!”
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