Gaming e app rappresentano un binomio che non sembra conoscere limiti e la sua crescita è sensibile da svariati mesi. Se all’inizio si pensava che le app di giochi fossero rivolte solo ad un pubblico ridotto e marginale, ben lontano, per intenderci, da coloro che acquistano videogiochi e console vere e proprie, ora l’idea è […]
Gaming e app rappresentano un binomio che non sembra conoscere limiti e la sua crescita è sensibile da svariati mesi. Se all’inizio si pensava che le app di giochi fossero rivolte solo ad un pubblico ridotto e marginale, ben lontano, per intenderci, da coloro che acquistano videogiochi e console vere e proprie, ora l’idea è totalmente cambiata. Tutti coloro che conoscono le ricerche di mercato, chi si informa attraverso un sito di notizie sul mondo del casinò o legato ai videogiochi, concordano nel definire la crescita annua del mercato delle app tra le più propositive di tutto il mondo digitale.
Nella lista delle app più scaricate dagli italiani, a prescindere dall’età, rientrano i giochi. La crescita del gaming rispetto al 2021 è pari ad un +8,1% e gli sviluppi in materia tecnologica offrono sempre maggiori possibilità grazie all’impiego di strumenti quali la realtà aumentata o il metaverso, anche se al momento solo in forma embrionale. Confindustria ha collaborato con NetConsulting per l’elaborazione di un’analisi sul mercato digitale, che ovviamente va ben oltre il solo settore del gaming: include, ad esempio, musica, news ed editoria online, ebook e app a 360° (quelle che vanno per la maggiore, giochi a parte, sono rivolte al fitness e alla gestione del risparmio).
La crescita del digitale è stata del 2,4% per quanto riguarda il mercato italiano, traducibile in un aumento di 77,1 miliardi di euro, ovviamente con le dovute proporzioni a seconda del segmento verso cui ci si riferisce. Spostando l’analisi su livello globale, il gioco via app è valso nel 2022 una cifra pari a 92,2 miliardi di dollari, quasi il doppio rispetto al mercato legato alle console (pari a 51,8 miliardi di dollari). Il perché è presto detto: tutti o quasi possiedono uno smartphone, numericamente molto inferiori sono i possessori di console o di computer che hanno i requisiti tecnici per il gioco.
Non tutte le app per il gioco sono però identiche: è possibile fare una suddivisione in due maxi categorie. La prima riguarda i giochi gratuiti che vengono costantemente aggiornati: il lavoro che vi è dietro è continuo e di conseguenza più oneroso rispetto al lancio di un videogioco, per cui le eventuali migliorie sono destinate al titolo seguente. In questo caso il guadagno per l’app è legato alle microtransazioni che ciascun utente può fare per migliorare il proprio personaggio, ad esempio, spese molto basse per il singolo giocatore ma che, se moltiplicate per decine di milioni di utenti, significano incassi elevati da parte delle aziende produttrici. L’altro grande gruppo di app è quello composto dai giochi premium, vale a dire quelli che si ottengono dietro abbonamento, ad esempio Apple Arcade per citarne uno, oppure previo pagamento per quella specifica app.
L’importanza dei giochi via app è data anche dalle grandi operazioni e acquisizioni sullo sfondo. La più nota in tal senso è l’acquisto di King da parte della compagnia Activision Blizzard. Ai non addetti ai lavori questi nomi potrebbero risultare vuoti, ma se al loro posto si citano i principali giochi prodotti, è impossibile non conoscerli. King è l’azienda che ha prodotto, tra gli altri,Candy Crush Saga (che quest’anno ha raggiunto l’interessante soglia dei 3 milioni di download) mentre Activision Blizzard ha nel suo catalogo Call of Duty, entrambi titoli da milioni di copie (o app) scaricate: nel caso del primo, il numero di download supera il miliardo.