Il futuro del gaming è Free to Play? Un’analisi del fenomeno

Quella che stiamo vivendo, insomma, è una vera e propria rivoluzione di fruizione e soprattutto di visibilità. Un nuovo modo di giocare ma anche di porsi all’utente. All’insegna del Free to Play.

Se in giro per il web vi siete imbattuti nella sigla F2P, siete entrati in contatto con l’ultima frontiera del gaming, molto probabilmente senza saperlo. Sì, perché quell’acronimo sta per Free To Play, locuzione inglese che traslitterata in italiano suonerebbe come “gratis da giocare”. Stiamo parlando dei giochi online accessibili a tutti, senza pagare nessun tipo di commissione.

La loro diffusione e il loro successo sono importantissimi nel panorama del gaming online, sia per la loro capacità di allargare il pubblico di riferimento, sia per sondare nuove strade e nuove canali di fidelizzazione. La conferma viene anche dai numeri: il free to play ha fatturato 23 miliardi di euro nel 2021, una cifra monstre visto che le stime di mercato sono state effettuate considerando solo le entrate da pc e escludendo il segmento mobile.

I giochi free to play esistono soprattutto in due tipologie. La prima è quella dello “shareware”, una prova di funzionalità che ha l’obiettivo di convincere gli utenti ad acquistare la licenza completa a pagamento. La seconda è invece quella dei giochi freemium, ovvero una versione completa e gratuita con piccoli pagamenti da effettuare per sbloccare funzionalità o scenari extra.

Il più famoso gioco free to play è sicuramente “Fortnite: Battle Royale”, sviluppato dalla People Can Fly e pubblicato nel 2017 da Epic Games per qualsiasi tipo di dispositivo: dalla Play Station alla Nintendo Switch, passando per Android, Microsoft e Xbox. Al suo interno sono presenti microtransazioni che permettono di acquistare i cosiddetti V-Bucks, la moneta interna del gioco, che possono essere accumulati anche tramite missioni o incarichi. Altro nome importante in questa filiera è quello di “Apex Legends”, classico battle royale della Respawn Entertainment, creato in collaborazione con la Electronic Arts. Pubblicato nel 2019, nel giro di un mese ha registrato 50 milioni di giocatori, per arrivare a 70 milioni entro fine anno, con un profitto mensile di oltre 45 milioni di dollari. Infine, non possiamo non citare “Star Wars: The Old Republic”, convertito in Freemium dopo una iniziale versione a pagamento nel 2012 dalla BioWare. Oggi esiste in tre diverse varianti: la versione interamente gratuita, la versione Preferred Status (attivabile con 5 euro) e infine la versione classica, con pagamento mensile.

All’interno di questa rivoluzione legata ai Free to Play, il segmento del gambling non resta certo in disparte. Anche qui infatti è stata sviluppata una strategia simile, con l’utilizzo delle slot gratis, offerte sempre di più dai casinò online italiani e non solo. Un meccanismo di fidelizzazione e di marketing vicinissimo, per funzionamento, a quello dei bonus senza deposito. l suo scopo è di attrarre nuovi utenti e incentivare la permanenza dei giocatori attuali, offrendo loro l’opportunità di provare nuove slot e giochi senza dover necessariamente investire denaro reale. In questo modo, i casinò riescono a creare un rapporto di fiducia con i clienti e a promuovere la loro offerta in modo efficace, stimolando al contempo l’interesse e la curiosità dei giocatori.

Quella che stiamo vivendo, insomma, è una vera e propria rivoluzione di fruizione e soprattutto di visibilità. Un nuovo modo di giocare ma anche di porsi all’utente. All’insegna del Free to Play.


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