Dietro le quinte di Tang Garden

L’autore Francesco Testini ci racconta la storia del suo gioco: accompagnateci a sbirciare il processo creativo e a vedere le fasi che hanno portato alla realizzazione del progetto.

Gioco da tavolo che ha spopolato nell’ultimo periodo, Tang Garden nasce da un’idea di Francesco Testini e Pierluca Zizzi.

Uno dei due creatori, Francesco Testini ci ha dedicato un momento per raccontarci qual è la storia dietro la creazione di questo bellissimo gioco gestionale, di cui potete trovare la recensione al seguente link https://www.houseofgames.it/recensione-tang-garden/.

Ciao Francesco e grazie per questa opportunità! Iniziamo subito con la domanda centrale, ovvero cosa ti ha dato l’ispirazione per la creazione di Tang Garden?

Ciao a tutti! Indubbiamente, il “LA” per la creazione di Tang Garden è arrivato dai caratteristici giardini cinesi, che ho avuto modo di visitare diverse volte durante i miei viaggi in Oriente: in particolar modo, mi sono lasciato ispirare dal “Giardino del Maestro delle Reti” di Suzhou, considerato uno dei più belli di tutta la Cina. L’input iniziale è però arrivato dal mio amico Pierluca Zizzi, durante una serata di playtest.

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Come è nata la tua passione per l’Oriente?

Mi sono laureato in Lingue e Civiltà Orientali e ho frequentato corsi intensivi di lingua cinese alla SISU di Shanghai in diversi momenti dal 2007 in poi, appassionandomi sempre di più a tutte le sfaccettature della cultura cinese, in particolar modo alla lingua e alla scrittura. Oltre al cinese ho anche studiato le basi del giapponese e del coreano, entrambe lingue meravigliose.

Quali sono stati i passaggi chiave della creazione?

Il primo passaggio chiave è stato IdeaG 2016, la prima apparizione di Tang Garden dal vivo e i primi preziosi consigli da parte di autori e giocatori più esperti. Ricordo in particolar modo i consigli di Flaminia Brasini (autrice di tanti bellissimi giochi), di Andrea “Dado Critico”, di Alberto e Valentina dei Giullari e di Francesco Bavastro di Geek.pizza, il primo ad aver provato il gioco insieme alla consorte.

Il lavoro giornaliero con l’editore per la preparazione e il lancio del crowdfunding è stato un secondo passaggio fondamentale, un lavoro di dedizione da parte di tutti che ha portato alla realizzazione di oltre tremila backers solo il primo giorno (saranno quasi undicimila alla fine). Non potrei essere più contento di com’è andata, mi sono sentito lusingato.

Qual è stato il momento più difficile?

Sicuramente il lavoro di sviluppo e creazione di contenuti aggiuntivi, legato alla campagna di crowdfunding, lo sforzo per creare un prodotto coerente in tutte le parti, equilibrato, significativo e legato alla storia stessa che il gioco vuole raccontare. I playtest infiniti fino a notte fonda con Pierpaolo (sviluppatore di Thundergryph) e Gonzalo non sono stati sempre semplici e spesso si è discusso per settimane sui poteri di un singolo personaggio.

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Raccontaci un episodio saliente avvenuto durante il processo creativo.

Molto interessante è stato l’incontro fortuito con l’editore ad Autori in Gioco, a Roma, nell’ottobre del 2016. Ero lì per scrivere articoli sui prototipi e avevo portato il gioco pur non essendo sicuro di poterlo testare: il tempo purtroppo è sempre poco. L’avevo apparecchiato ed ero andato in giro a provare giochi di altri autori, da recensire per il sito di “giochiegiocatori”.

Gonzalo di Thundergryph a sua volta aveva partecipato all’ultimo momento all’evento e aveva rischiato di mollare: aveva girato oltre un’ora per cercare parcheggio. Era molto provato e quando si è avvicinato al tavolo di Tang io ero lì che stavo per ritirare tutto. Ho iniziato a raccontargli com’era, e ricordo che lui si è acceso. Non staccava gli occhi dalla plancia neanche un secondo!!!

Il caso a volte è strano e ci riserva cose imprevedibili.

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Che cosa vorresti trasmettere ai giocatori?

Mi piacerebbe trasmettere la pace e la bellezza che si prova nel visitare un giardino cinese, nonché l’aspetto interiore di meditazione, espresso attraverso i personaggi che contemplano il paesaggio, qualcosa che vada oltre il gioco per diventare un’esperienza più profonda.

Grazie mille Francesco, per aver condiviso con noi la tua storia! E voi, lettori, cosa state aspettando? Catapultatevi con noi in Oriente: i giardini cinesi vi aspettano!

 

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Miriam Policastro

Nata e cresciuta in una famiglia di giocatori di D&D, i giochi da tavolo e di ruolo, i fumetti e il fantasy l’hanno sempre appassionata: insomma, una nerd patentata. Crescendo, questa passione l’ha spinta a conoscere persone che condividessero la sua passione e a trasmetterla ad altri: si affilia, così, all'associazione ludica “ La Gilda del Grifone” e a all'associazione culturale “Sentieri Tolkieniani”. E se l’uomo non smette di giocare perché invecchia ma invecchia perché smette di giocare, allora lei vuole essere un’eterna bambina.

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