Oggi vi parlo di un programma netflix dove i giocatori sembrano vivere all’interno di veri e propri giochi da tavolo. Furbizia, alleanze, strategia e tanta logica per questo show super avvincente!
Nel panorama in continua evoluzione dei reality game show, The Devil’s Plan si afferma come un esperimento unico, capace di fondere il fascino dei giochi da tavolo con l’intensità del gioco televisivo competitivo.
Distribuito su Netflix, e da poco ha debuttato la sua seconda edizione, il programma è stato ideato da Jeong Jong-yeon, il programma sudcoreano si propone come una competizione dove la mente è l’arma principale e il contesto creato è un edificio ideato per stressare le dinamiche sociali, logiche e strategiche con camere segreti, enigmi da risolvere e misteri tutti da svelare.
La struttura del programma si articola su 7 giorni consecutivi durante i quali 12 concorrenti (14 nella seconda edizione) provenienti da ambiti diversi come la matematica, la filosofia, l’intrattenimento e il giornalismo – convivono in un ambiente isolato.
Ogni giorno è scandito da due fasi fondamentali:
Gioco principale: gioco spesso di logica, strategia o collaborazione, con l’inserimento di bluff, ruoli nascosti (a volte) e la formazione a volte di squadra.
Gioco secondario: Questa seconda parte del giorno cambia a seconda dell’edizione. Nella prima i giocatori non in prigione giocavano per accumulare soldi nel montepremi mentre dalla seconda edizione, a giocare sono coloro che si trovano in prigione. Chi perde la sfida, perderà tutti i gettoni guadagnati venendo di fatto eliminato dal gioco.
I giocatori accumulano “gettoni”, la vera valuta del gioco, che stabilisce chi viene eliminato e chi prosegue. Questo sistema, specialmente nella seconda edizione, divide i giocatori in quelli a rischio con pochi gettoni e quelli più potenti.
The Devil’s Plan pesca a piene mani da diversi generi ludici, riuscendo a trasformare il programma in una vera esperienza da tavolo in formato live. Alcuni esempi:
Giochi di logica e deduzione: enigmi, decodifiche, riconoscimenti di pattern o deduzione di regole.
Giochi di alleanze e tradimenti: dinamiche simili ad Avalon, Secret Hitler o Lettere da Whitechapel o il classico Lupus in Tabula, dove la fiducia è merce rara e spesso effimera.
Giochi escape room: diverse sfide ricordano le escape room cooperative, con elementi puzzle, tempo limitato e progressione narrativa.
Molti giochi infatti sono a mio avviso tratti da veri e propri giochi da tavolo, con l’aggiunta di qualche componente o regola che cambia. Molto spazio poi ai giochi classici ed astratti, ottimi per delle sfide letali e al fulmicotone uno contro uno.
Avremo poi dei giochi di controllo territorio con la meccanica del tetris, anagrammi da affrontare, immagini da memorizzare, problemi matematici da risolvere collaborando ma senza comunicare ecc ecc…
Ma andando avanti potremo trovare anche una versione del forza 4 (non è quello esattamente il gioco, è il gomoku, ma è per farvi capire) ma alla cieca, cioè ricordando dove stiamo mettendo le nostre pedine, non confondendole con quelle dell’avversario.
Nella nuova stagione troveremo un gioco simile a Scotland yard o un gioco dove le regole sono sconosciute e dovranno dedurle in base alle conseguenze delle loro azioni.
Le regole sono proprio il punto di forza e debole del programma: SONO TANTE! Tutte spiegate benissimo e comprensibili ma ogni gioco ha un regolamento molto denso, circa 10 minuti di spiegazione ogni volta ma questo perchè tutto è pensato per essere avvincente nelle sue meccaniche.
Metagioco, bluff e psicologia: il lato oscuro del gioco
Uno degli aspetti più affascinanti di The Devil’s Plan è il metagioco: ciò che accade al di fuori delle regole esplicite. I giocatori devono calcolare non solo le proprie mosse, ma anche prevedere le intenzioni altrui, nascondere informazioni, manipolare emozioni e creare coalizioni tattiche.
Questa dimensione ricorda i grandi giochi di bluff e negoziazione. Infatti i gettoni sono sia la loro vita che la loro merce di scambio per eventuali favori, alleanze, scambi e quant’altro.
Non manca la componente etica: fino a che punto ci si può spingere per vincere? Si può mentire, escludere, ingannare?
La spettacolarizzazione del gioco intelligente
In un’epoca dominata da reality basati sul talento fisico o sull’intrattenimento leggero, The Devil’s Plan punta sull’intelligenza come spettacolo.
Non solo logica fredda, ma intelligenza emotiva, intuizione, resilienza e adattabilità. I momenti migliori non sono quelli della vittoria, ma quelli della rivelazione: quando un’alleanza segreta viene smascherata, quando un piano nascosto viene alla luce o quando un giocatore riesce a ribaltare la situazione grazie a un’intuizione brillante.
Il pubblico viene così coinvolto come spettatore partecipe, chiamato a decifrare insieme ai giocatori, a tifare per la mente più brillante, a intuire le mosse prima ancora che vengano giocate.
The Devil’s Plan non è solo un reality o un gioco televisivo: è un ibrido tra escape room, giochi da tavolo strategici e giochi di deduzione sociale, il tutto incorniciato in una produzione elegante, tesa e intellettualmente stimolante.
Per chi ama i giochi da tavolo, la serie è una vera miniera di idee, citazioni e dinamiche di gruppo.
Avvincente, pieno di colpi di scena e con dei giochi che sapranno mettere alla prova anche voi che li state guardando seduti comodamente sul divano.